La Sicilia è stata la meta di uno dei nostri viaggi più ambiziosi: Italica 150, nel 2010, ci ha infatti portati a coprire 2191 chilometri dalla Vetta d’Italia, al confine fra Alto Adige e Austria, sino a Capo Passero, in provincia di Siracusa.
A quel traguardo è peraltro ispirato in parte il nostro emblema, che abbina il simbolo della triscele alla lettera greca “Psi”, iniziale di “Psicoatleti”, e agli astri che accompagnano tappe giornaliere e soste notturne.
In quell’occasione dedicammo all’Etna una semplice escursione; sono serviti ben 12 anni per concretizzare l’intenzione di consacrare alla “Montagna” che domina Catania un intero viaggio concepito come un periplo completo.
Da Nicolosi siamo saliti non senza fatica in quota per dormire al Rifugio dei Ragazzi, e da lì abbiamo preso a seguire la maestosa Pista Altomontana che aggira il cono vulcanico, con l’eccezione della impercorrribile Valle del Bove; fra deviazioni verso le grotte e necessarie discese a valle per raggiugnere gli alloggi, seguite da simmetriche risalite, abbiamo incontrato appena una manciata di escursionisti finché, nel pomeriggio del terzo giorno, siamo giunti al Rifugio Sapienza.
Una prima escursione ci ha condotti con un tempo da lupi a un avvicinamento alle alte quote, e l’indomani siamo saliti ai crateri affidandoci, come d’obbligo, alle guide del Parco: questa volta una magnifica giornata ci ha permesso di godere della vista più spettacolare di Sicilia e di celebrare a modo nostro, con una capriola collettiva sulle sciare della Torre del Filosofo, la conclusione del nostro viaggio intorno al maggiore vulcano attivo d’Europa.
Ridiscesi a Catania, abbiamo dedicato alla città una Traversata urbana che ci ha impegnati per altri due giorni di “festa mobile”, col risultato che l’“Isola bedda” è entrata ancor più nei nostri cuori.